I COSTRUTTORI
IL GRAFOMETRO TRA MECENATISMO E MANIFATTURA SPECIALIZZATA
Cioè che caratterizza il Rinascimento come un capitolo ben determinato nella storia generale dello sviluppo della produzione degli strumenti, è la crescita di una struttura stabile e organizzata per la loro fabbricazione e per la loro commercializzazione. Il XV e il XVI sec. segnano un periodo di transizione nella fabbricazione degli strumenti che, da occupazione occasionale di studiosi o di artigiani, si trasforma in un'attività permanente, svolta in laboratori nei quali si formavano coloro che aspiravano ad apprendere questo mestiere.
Durante il Rinascimento, in tutta l'Europa, uno dei maggiori successi della fabbricazione degli strumenti è aver saputo soddisfare la crescita della domanda con la produzione di strumenti semistandardizzati, conservando, allo stesso tempo, la competenza necessaria a innovare e a sviluppare strumenti particolari per ordinativi speciali.
A Parigi, Philippe Danfrie (1532 ca.-1606), l'inventore del grafometro, sembra fosse in contatto con almeno una delle informali ma erudite accademie di corte. Verosimilmente, il mecenatismo fu un importante incentivo all'innovazione e al conseguimento di una migliore qualità artigianale. Inoltre, attraverso di esso, si giunse all'incorporazione della fabbricazione degli strumenti nel settore generale delle arti applicate.
Nel Rinascimento, quindi, l'arte della fabbricazione degli strumenti era esercitata come attività nelle botteghe dei piccoli centri e delle città (e come tale era soggetta alle disposizioni sul commercio emanate dalle gilde e dalle corporazioni), e come mestiere che godeva di una posizione privilegiata nelle corti. Essa poteva avvantaggiarsi e beneficiare dell'esercizio del mecenatismo senza dovervi dipendere e, nel corso del tempo, divenne sempre più riconoscibile come attività degna di considerazione.
Ecco alcuni dei costruttori più riconosciuti in tutto il mondo tra XVI e XVIII per i loro laboratori o perle loro prestigiose commissioni.
James Kynvyn e Domenico Lusvergh in particolar modo diedero un importante contributo nella fabbricazione degli strumenti topografici della collezione Medicea, oggi conservata presso il Museo Galileo di Firenze.
JAMES KYNVYN
Di questo artefice inglese, attivo tra il 1569 e il 1610, sappiamo che aveva la bottega a Londra, vicino alla cattedrale di St. Paul. Realizzò strumenti matematici di notevole fattura, soprattutto grafometri, compassi e quadranti. Fu uno dei costruttori preferiti da Robert Dudley; parecchi dei suoi strumenti sono conservati al Museo Galileo di Firenze, come parte della collezione che l'ammiraglio inglese portò con sé quando si trasferì in Toscana agli inizi del XVII secolo e che poi lasciò al granduca Ferdinando II de' Medici.
NICOLAS BION
Aveva il laboratorio a Parigi; dai suoi libri figura l'indirizzo, prima come Quai de l'Horloge á l'enseigne du Soleil d'or, poi come Au Quart de cercle.
Ritratto di N.Bion
Grafometro firmato N. Bion
DOMENICO LUSVERGH
Domenico Lusvergh (1669-1744) fu il nipote del celebre artigiano scientifico Giacomo Lusverg Assumerà la direzione della bottega artigianale alla morte di Giacomo, continuando la tradizionale costruzione degli strumenti scientifici che diverranno noti in tutto il mondo per l'alto pregio, per la precizione e la stabilità degli stessi.
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