martedì 27 ottobre 2020

# STEP 7 - IL MITO

IL MITO


CHE COSA C'E' OLTRE IL TRIANGOLO?

Una interpretazione del mito: " La SS Cotopaxi nel Triangolo delle Bermude"


Il triangolo delle Bermude è una zona dell'Oceano Atlantico settentrionale che ha la forma immaginaria di un triangolo, i cui vertici sono:-vertice Nord – il punto più meridionale dell'isola principale dell'arcipelago delle Bermude;
-vertice Sud – il punto più orientale dell'isola di Porto Rico;
-vertice Ovest – il punto più a Sud della penisola della Florida.


In relazione a questa vasta zona di mare, di circa 1100000 km², a partire dagli anni cinquanta la cultura di massa ha fatto sì che nascesse la convinzione che si fossero verificati dal 1800 in poi numerosi episodi di sparizioni di navi e aeromobili, motivo per cui alcuni autori hanno soprannominato la zona "Triangolo maledetto" o "Triangolo del Diavolo".
Il triangolo ha vissuto particolare popolarità nei media soprattutto a partire dal libro best seller Bermuda, il triangolo maledetto (The Bermuda Triangle) del 1974 di Charles Berlitz, secondo il quale nella zona avverrebbero misteriosi fenomeni che sono stati accostati al paranormale e agli UFO.
Alcuni identificano il Triangolo delle Bermude come il luogo dello sprofondamento di Atlantide, che dai fondali interferirebbe con la navigazione delle rotte.





E' questo il caso della nave SS Cotopaxi, battente bandiera dell'Ecuador, che alla fine del Novembre 1925 scomparve nel nulla dopo aver superato il confine del famigerato triangolo.
Si narra che il capitano della nave, dopo aver constatato la totale assenza di segnale GPS, consapevole di essere in un'area geografica particolare, cercò di portare a termine un complesso processo di triangolazione topografica.
Conoscendo la base del triangolo in cui si trovava voleva determinare quanto fosse distante dal vertice, ovvero dall'uscita della maledizione.
E' in questo disperato tentativo che si cela il significato di questa leggenda: l'assoluta convinzione di sapere cosa c'è oltre il triangolo

Nell'eseguire i suoi calcoli il capitano stava utilizzando la base di un triangolo non solo per determinare la distanza dal suo vertice ma anche e soprattuto per conferire all'ignoto un'identità antropomorfa
Allo stesso modo, maledire il triangolo, per il giornalista americano Berlitz, significava rendere comunicabile e accessibile alla quasi totalità dei lettori la sparizione di un convoglio. 
L'unico modo per immaginare il capitano di una nave alle prese con l'ignoto è quello di descriverlo intento a trovare un modo per fuggire da esso.
Citando Roland Barthes possiamo dire che in questa storia c'è uno dei caratteri costanti di ogni mitologia piccolo-borghese : l'incapacità d'immaginare l'Altro
 L'alterità della maledizione si "triangolarizza" e si presenta a noi come un fatto di cronaca.


Come sempre, mito e realtà si intrecciano. Il relitto non era mai stato individuato.
Il recente lavoro del celebre biologo marino, fotografo e sommozzatore Michael C. Barnette che, insieme allo storico britannico Guy Walters, ha infine risolto il mistero. 
A due giorni dalla partenza l'imbarcazione a vapore s'imbatté in una violenta tempesta tropicale a 35 miglia al largo delle coste di St. Augustine, in Florida - un punto in realtà esterno al triangolo - ed affondò portando con sé i 32 membri dell'equipaggio. 

Ci viene da pensare che il giornalista non solo abbia sbagliato la nave, ma anche il triangolo.





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